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A Fermo la mostra di Fortunato Duranti

Sarà visitabile fino al 9 novembre 2014 la mostra “La mente mia s’invola”, con cui la città di Fermo porta all’attenzione del grande pubblico l’artista e collezionista ottocentesco Fortunato Duranti in occasione del 150° anniversario della morte.

La mostra, curata da Stefano Papetti, racconta l’estro di un “Artista di genio stravagante”, “singolare ottocentista”, “espressione di una eroica scapigliatura neoclassica”, come da definizioni di alcuni fra i più illustri critici del Novecento.

Fortunato Duranti, artista del quale si conservano più di tremila disegni e pochissimi dipinti, nasce a Montefortino nel 1787. Grazie all’appoggio del cardinale Bernardino Onorati, giunge a Roma prima del 1807 per studiare presso l’abate Conti, maestro ben presto trascurato dal giovane artista, maggiormente interessato a quanto di più aggiornato si andava realizzando nell’Urbe. Dopo una sfortunata missione in Austria organizzata per procedere alla vendita di vari dipinti antichi, Duranti torna a Roma per dedicarsi prevalentemente al commercio antiquario. Una progressiva forma di alienazione mentale lo porta a disegnare instancabilmente e a completare i suoi fogli con iscrizioni deliranti, spesso indecifrabili.

Più di mille suoi disegni si conservano a Fermo, presso la Biblioteca Comunale mentre a Montefortino, nel Palazzo Leopardi, è allestita la ricca collezione di dipinti che Duranti donò al suo comune di nascita: le tavole di Perugino e Lorenzo di Credi, le tele di Giaquinto e Conca, le nature morte di Spadino e Munari, le opere di Luti, Untepergher e Camuccini, i curiosi lavori di Malpiedi danno infatti vita ad una collezione inaspettata.

Nella mostra di Fermo su Fortunato Duranti, inaugurata il 1 agosto scorso a Palazzo dei Priori , circa 50 fogli dell’artista marchigiano e alcune delle sue rare tele sono messe a confronto con i dipinti degli artisti antichi e moderni ai quali Duranti si è ispirato: le opere di Giani, Camuccini, Minardi e Canova evidenzieranno il rapporto con i maggiori artisti del suo tempo, mentre le tele di Giulio Romano, Luca Cambiaso e degli artisti marchigiani del XVI secolo potranno ben rappresentare i suoi interessi per l’arte del Rinascimento.

I prestiti concessi dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dal Museo Nazionale Palazzo Mansi di Lucca, dal Museo Nazionale di Palazzo Reale di Pisa, dalla Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e dalla Fondazione Cavallini Sgarbi di Ro Ferrarese consentiranno di effettuare un inedito percorso attraverso l’arte italiana dalla fine della stagione tardo barocca all’affermarsi dei primi fermenti romantici.

Per l’occasione saranno esposti a Palazzo dei Priori i due più importanti reperti di epoca romana della collezione archeologica fermana: la testa di Augusto recentemente restaurata e la colossale testa di divinità, probabilmente Zeus o Mercurio, restaurata e restituita dopo anni alla pubblica fruizione.